Interpellanza urgente: il Premier intende revocare lo stato di emergenza, abbandonare le politiche repressive e promuovere l’integrazione sociale e la scolarizzazione di minori Rom e Sinti ?

Interpellanza urgente ex. art. 138 bis del Regolamento

I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri,

per sapere, premesso che,

 

il 21 maggio 2008, con DPCM viene dichiarato lo stato di emergenza, fino al 31 maggio 2009, in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia;

 

la base giuridica per l’adozione del decreto è costituita dall’art. 5, comma 1, della legge 24 febbraio 1992, n. 225: si tratta della legge che istituisce il Servizio nazionale della Protezione civile, e il cui art. 5, comma 1, prevede che, al verificarsi di calamità naturali, catastrofi o altri eventi che per intensità ed estensione debbono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri, delibera lo stato di emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla qualità e alla natura degli eventi;

 

sulla base del DPCM, il 30 maggio 2008 vengono adottate tre ordinanze (n. 3676, n. 3677, e n. 3678) del Presidente del Consiglio dei ministri, che contestualmente nominano i prefetti di Roma, Milano e Napoli come commissari delegati per la realizzazione di tutti gli interventi necessari al superamento dello stato di emergenza, e attribuiscono loro una serie di poteri tra cui quello del “monitoraggio dei campi autorizzati in cui sono presenti comunità nomadi e individuazione degli insediamenti abusivi (art. 1, comma 2, lett. b) e quello “dell’identificazione e censimento delle persone, anche minori di età, e dei nuclei familiari presenti nei campi autorizzati e negli insediamenti abusivi, attraverso rilievi segnaletici”(art. 1, comma 2, lett. c).

 

la disinvoltura con cui la dichiarazione dello stato di emergenza sui campi nomadi viene ricondotta alla fattispecie costituita dal “verificarsi di calamità naturali, catastrofi o altri eventi”, potenzialmente sembra giustificare la dichiarazione dello stato di emergenza, con semplice DPCM, senza alcun controllo o garanzia parlamentare, praticamente su qualunque materia;

 

nelle dichiarazioni rese dal Ministro Maroni, tale intervento sarebbe legittimato, inoltre, dal Regolamento CE n. 380/2008; in realtà, tale regolamento prevede la rilevazione di identificatori biometrici, comprendenti le immagini del volto e le impronte digitali, a partire dall’età di sei anni, al mero fine di istituire un modello uniforme per i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini di paesi terzi;

 

viene quindi impropriamente estesa una normativa comunitaria – applicabile ai soli cittadini extra-comunitari e ai soli fini di istituzione di un modello uniforme di permesso di soggiorno – a tutti coloro che italiani, comunitari o extra-comunitari, di qualunque età, anche inferiore ai sei anni, si trovino in un campo nomade, autorizzato o abusivo, e a prescindere dalla presenza legale o illegale sul territorio italiano, e dunque dall’eventuale rilascio di un permesso di soggiorno, dimenticando peraltro che circa il 60 per cento dei rom presenti sul territorio nazionale ha la cittadinanza italiana;

 

le norme adottate, inoltre, lungi dal distinguere tra cittadini italiani, comunitari o extra-comunitari, si fondano sul mero presupposto che tutti coloro che vi saranno soggetti si trovino in un campo nomade, suscitando così le perplessità espresse dal Garante della privacy che non ha mancato di sottolineare come questa “schedatura” sarebbe priva di una base normativa, prevedendo oggi la legge che le impronte possano essere prese solo in casi ben determinati, come per esempio nell’ipotesi di ingresso in carcere. In ogni caso non possono essere prese indiscriminatamente, o comunque per una fascia sola della popolazione sulla base della mera considerazione che il soggetto viva in un campo nomade, violando così il principio di dignità, di non discriminazione per etnia e di tutela dei minori;

 

tali disposizioni, secondo Unicef Italia, violano fondamentali principi non solo costituzionali, primo tra tutti quello sancito dall’art. 3 Cost., ma anche quelli del superiore interesse del bambino su qualunque altra considerazione e quello di non discriminazione dei bambini, principi cardine della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia; così come preoccupate sono state le dichiarazioni del Commissario per i diritti umani in seno al Consiglio d’Europa che ha ricordato come “tali metodi richiamano misure prese nel passato e che hanno portato alla repressione dei Rom”;

 

le norme approvate, infatti, al di fuori di ogni garanzia parlamentare o costituzionale, lungi dal perseguire gli autori di abusi e violazioni dei diritti dei bambini, finiscono per equiparare  le vittime di tali abusi ai criminali che li sfruttano, e ledono al contempo in maniera sproporzionata il diritto all’eguaglianza di tutti i bambini, rilevando un approccio da un lato restrittivo e discriminatorio, dall’altro inefficace, come sottolineato dalla stessa Cei;

 

la stessa finalità indicata dal Ministro dell’Interno e da quello della Scuola, di favorire così la scolarizzazione dei minori rom, è contraddetta dalla stessa pratica di sgombero dei campi rom che spesso, come testimoniato dai volontari che vi lavorano a stretto contatto, determina l’inutile e pericoloso effetto di sparpagliare nuovamente quei bambini per le città, interrompendo, invece, processi di scolarizzazione in corso, avviati con il concorso di tutte le professionalità della scuola italiana:

  

se il Presidente del Consiglio dei ministri intenda modificare quanto prima il decreto che proclama lo stato di emergenza, e le ordinanze conseguentemente adottate, abbandonando le politiche repressive e discriminatorie fin qui seguite, e avviando invece un’approfondita riflessione sulle politiche di integrazione, affrontando in particolare l’aspetto della scolarizzazione e dell’integrazione sociale dei bambini appartenenti a comunità nomadi; se, a tal fine, non intenda predisporre  un piano nazionale, integrato e pluriennale per la frequenza e il successo scolastico di minori rom e sinti.

  

                                                                                                                                 

Roma, 03 luglio 2008

  

On.li  Antonello Soro,  Gianclaudio Bressa,  Marina Sereni,  Sesa Amici,  Roberto Zaccaria, Manuela Ghizzoni,  Maria Letizia De Torre,  Donata Lenzi,  Sandra Zampa.

Print Friendly, PDF & Email
Be Sociable, Share!
abc last lug 3, 2008 Categorie: Parlamento ,Atti parlamentari
Tag: , , , , .

Appuntamenti

  • Eventi sono in arrivo, resta sintonizzato!

mese per mese

Nel sito

Facebook

"IlFuturoHaRadiciAntiche"

Iscriviti alla newsletter di Sandra Zampa
Leggi informativa sulla Privacy
Per cancellare iscrizione invia richiesta a info@sandrazampa.it